di Roberta Capozucca, Communication and Engagement Officer presso Materahub e Giornalista per il Sole24Ore
di Carlo Ferretti, Research and Innovation Officer presso Materahub e Affiliate presso il MetaLAB di Harvard
Il paradigma della New European Bauhaus
Il New European Bauhaus, o Bauhaus europeo, è un’iniziativa presentata dalla Commissione europea il 15 ottobre 2020 con l’obiettivo di costruire un’esperienza più umana del vivere contemporaneo e apportare un impatto concreto sulle città europee. Bauhaus significa “casa del costruire” e quasi 100 anni dopo la nascita della scuola fondata a Weimar da Walter Gropius, la Commissione Europea ne ha riabbracciato i valori d’interdisciplinarità per affrontare le sfide che questo momento storico ci prospetta.1
Per comprendere le soluzioni e le sfide che il New European Bauhaus (NEB) intende affrontare, occorre inquadrare l’attuale strategia dell’Unione basata su quei pilastri di progresso e sviluppo strettamente connessi ai Sustainable Development Goals che, secondo lo Stockholm Resilience Centre, possono essere identificati come progresso sociale, sviluppo economico e protezione della biosfera. Il New European Bauhaus capitalizza queste aree facendo convergere competenze, politiche e progetti al fine di produrre risultati coerenti e diffusi, in grado di migliorare le condizioni di vita della società europea e dell’ambiente. E per raggiungere questo obiettivo, il programma sottolinea l’importanza di implementare pratiche e approcci transdisciplinari, in cui la contaminazione delle scienze, delle arti, del design e della tecnologia permettano di esplorare diverse prospettive e proporre risposte innovative alle sfide sociali e ambientali.
Come c’entra l’arte?
Il New European Bauhaus, in verità, rafforza e legittima un approccio che diverse organizzazioni in Europa e nel mondo curano da tempo e basato su una lettura pluridimensionale dei processi attraverso la lente della cultura e dell’arte. Non certo di recente dibattito sono di fatti diversi milieu accademici, aziendali e societari che hanno affrontato il tema: dell’importanza delle discipline umanistiche in una economia sempre più orientata alla tecnica, al dibattito sulle città creative 2, dall’infiltrazione artistica nella processualità e nel metodo scientifico, ai numerosi casi convergenza progettuale tra artisti ed imprese durante il secolo passato.
Diversi sono i casi annoverabili, come ad esempio il dialogo tra i grandi artisti visivi e le imprese tecnologiche negli Stati Uniti dagli anni ‘50, fino ad arrivare ai più recenti casi di Google e Facebook. Anche in Italia ci sono evidenze in tal senso, come i più celebri episodi di Olivetti e Campari. Ognuno di questi episodi, contiene in sé un territorio di indagine ben definito ma allo stesso tempo largamente esplorabile, ovvero l’arte come approccio, piuttosto che come disciplina e/o prodotto. In questo, ci chiediamo quindi: come entra in azione l’arte?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima allontanarci da una comprensione di arte e creatività come sistema di comunicazione, veicolo di significato o meccanismo di creazione di senso e affrontarla invece come “una questione del fare” (Gell 1998)3. Nel suo saggio sull’estetica relazionale, Nicolas Bourriaud (2002) 4 sostiene che le arti siano agenti attivi di cambiamento piuttosto che generatori di realtà utopiche vicarie. Secondo Bourriaud (2002): “il ruolo delle opere d’arte non è più quello di formare realtà immaginarie e utopiche, ma di essere effettivamente modi di vivere e modelli di azione all’interno del regno esistente, qualunque sia la scala scelta dall’artista”. L’arte come approccio alla realtà e alla società, viene anche spiegata da Hideaki Ogawa come quella lente in grado di “esplorare e generare domande, criticare la realtà e supportare un’osservazione complessa della sua altrettanto complessità”.
Il Settore Culturale e Creativo in Europa
Il processo di riconoscimento del ruolo del settore culturale e creativo come motore della crescita economica e dei cambiamenti sociali è abbastanza recente e si è concretizzato quando la Commissione Europea ha elevato la discussione ad un livello programmatico.
Dal Libro verde della Commissione europea5 sul potenziale delle industrie culturali e creative (2010) alla più recente KIC sulle ICC (2021), il settore culturale e creativo ha finalmente raggiunto un ruolo strategico nelle politiche europee per la sua intrinseca capacità di rimediare ad alcune delle conseguenze delle attuali trasformazioni macrosistemiche, attingendo a punti di osservazione inconsueti. Non è un caso che, durante la ricostruzione post-pandemia, l’Europa abbia guardato alla creatività come soluzione per rispondere in modo più efficace e rapido alle circostanze create dal COVID-19. La Commissione Europea ha infatti inserito, all’interno del programma Erasmus+, due nuove aree del Programma dedicato ai Partenariati Strategici, uno sull’educazione digitale e un altro proprio volto a tessere una collaborazione tra le organizzazioni attive nel campo dell’educazione con quelle che operano nei settori creativi al fine di abilitare ad un approccio innovativo. L’Erasmus+ for Creativity è infatti un riconoscimento formale senza precedenti per il settore della creatività ma, cosa ben più importante, strumento chiave per dotare giovani e adulti di quelle competenze necessarie per elaborare soluzioni a sfide senza precedenti.
Conclusioni, superare i confini
La New European Bauhaus offre dunque un incredibile slancio nel superamento dei tradizionali confini disciplinari che, dopo la rivoluzione industriale, oggi possono tornare a contaminarsi e a cooperare in un nuovo processo dialogico. Per farlo è necessario spingersi oltre, infrangere le regole e sperimentare, ripensando i programmi educativi per accorciare la distanza tra arte e scienza e abilitare le nostre comunità e società a sviluppare quegli strumenti giusti per leggere la complessità del nostro tempo.
L’Unione Europea ha fermamente ribadito l’importanza di integrare formalmente il profilo dell’umanista con quello dell’innovazione. Fondamentale in tal senso è il lavoro che quotidianamente diversi operatori svolgono per disseminare tale approccio sui territori e rafforzare il campo di dialogo istituzionale con l’Europa. Ora, i governi nazionali e gli attori della società civile, dalle organizzazioni del terzo settore alle imprese, devono essere in grado di sperimentare maggiormente partenariati di largo respiro, includendo sistematicamente le pratiche artistiche all’interno dei processi di ricerca, sviluppo e di produzione.
In questo senso, non solo si irrobustirebbe il peso socio-economico del settore culturale, troppo spesso svilito e demineralizzato del suo impatto e potere critico, ma si camminerebbe in maniera più decisa verso modelli di società e di sviluppo più umanamente sostenibili, requisito fondamentale per guardare al futuro con rinnovata fiducia.
Materahub è il consorzio per lo sviluppo delle industrie culturali e creative con sede a Matera, che gestisce progetti pilota internazionali per favorire l’innovazione sociale e tecnologica, la nascita di nuovi progetti imprenditoriali e lo sviluppo dei territori sfruttando il potenziale dei settori culturali e creativi. Materahub è Organizzazione Intermediaria del programma europeo Erasmus per Giovani Imprenditori, dal 2014 è host italiano della Creative Business Cup, parte del Network of Creative Hubs, dello European Creative Business Network, di ENCATC e dello European Network of Innovation for Inclusion.
1 Ursula von der Leyen President of the EU Commission (2021), New European Bauhaus Introduction pubblicato su https://europa.eu/new-european-bauhaus/index_it
2 R. Florida (2003), L’ascesa della nuova classe creativa. Stile di vita, valori e professioni, Mondadori
3 A.Gell (1998), Art and Agency: An Anthropological Theory, Oxford University Press2 R. Florida (2003), L’ascesa della nuova classe creativa. Stile di vita, valori e professioni, Mondadori
4 N. Bourriaud (2002), Relational Aesthetics, Le Presses du réel
5 Commissione Europea (2010) LIBRO VERDE. Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare
REFERENCE
A.Gell (1998), Art and Agency: An Anthropological Theory, Oxford University Press
Commissione Europea (2010) LIBRO VERDE. Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare
F. Matarasso(2019) A restless Art. How participation won and why it matters, Central Books
Hideaki Ogawa (2020), Ars Electronica: Festival for Art, Technology, and Society: In Kepler’s Gardens – A global journey mapping the ‘new’ world pubblicato su https:// ars.electronica.art/news/en/
Cizekand W.Uricchio(2019), Collective Wisdom: Co-Creating Media within Communities, across Disciplines and with Algorithms, S+T+ARTS
Bourriaud(2002), Relational Aesthetics, Le Presses du réel
Progetto S+T+ ARTS (2019) S+T+ARTS collaboration toolkit, pubblicato su https:// www.starts.eu/agenda/starts-collaboration-toolkit-launch/detail/
Progetto Arts Formation, Mobilising the Arts for an Inclusive Digital Transformation. Progetto finanziato dal programma H2020 SOCIETAL CHALLENGES – Europe In A Changing World – Inclusive, Innovative And Reflective Societies ( https://artsformation.eu )
Florida(2003),L’ascesa della nuova classe creativa. Stile di vita, valori e professioni, Mondadori
Ursula von der Leyen President of the EU Commission (2021), New European Bauhaus Introduction pubblicato su https://europa.eu/new-european-bauhaus/index_it
La New European Bauhaus tra Creatività e Innovazione Di Roberta Capozucca e Carlo Ferretti è stato scritto per la Rivista Internazionale di Studi Europei del Centro Interdipartimentale di Ricerca “Raffaele d’Ambrosio” dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Numero II | Anno VII